I manifestanti sostengono che l'invio di armi ai sauditi siano una violazione di un trattato delle Nazioni Unite, dal momento che queste possono essere impiegate contro i civili in Yemen, teatro di conflitto dal 2015. In tale contesto, e dato il successo degli attivisti in Francia, anche in Italia vi era stato un tentativo per impedire l'arrivo della Bahri Yanbu al porto di Genova, ma ciò nonostante, la prefettura aveva autorizzato il suo ingresso. Tuttavia, dopo che gli addetti ai lavori del porto di Genova si sono rifiutati di caricare i generatori di corrente a bordo della nave, il collettivo autonomo dei lavoratori portuali della città ha rilasciato una dichiarazione ufficiale, con la quale ha spiegato di non voler essere complice di ciò che accade in Yemen.
Secondo gli operatori umanitari, sono circa 2.000 i rifugiati, principalmente di origine afgana, iraniana e siriana, che manifestano da almeno una settimana contro i ritardi nelle procedure di asilo, le degradanti condizioni sanitarie nel campo e l'estremo sovraffollamento. I migranti in marcia fuori dal centro, incluse donne e bambini, hanno intonato cori al grido di "Libertà!" e hanno cercato di superare le linee della polizia antisommossa venendo però colpiti con bastoni, gas lacrimogeni e granate stordenti. Secondo alcuni testimoni presenti sul luogo, "anche i neonati e bambini sono stati centrati dai gas lacrimogeni".
Nel 2018, ogni giorno è morta una media di 6 migranti nel Mediterraneo, nel tentativo di raggiungere l'Europa. E' quanto emerge dall'ultimo report rilasciato dalla UN Refugee Agency (UNHCR), Desperate Journeys, il quale sottolinea questo tasso di mortalità allarmante. Nel corso dell'anno passato, l'Organizzazione Internazionale per la Migrazione (IOM) ha stimato che sono morti 2.275 migranti nel Mediterraneo, nonostante la diminuzione degli sbarchi sulle coste europee rispetto al 2017, pari a 139.300 stranieri, la cifra più bassa degli ultimi cinque anni.
L'organizzazione terroristica di Al Shabaab ha rivendicato l'attentato compiuto 3 giorni prima in Somalia, a Mogadiscio. Si è trattato dell'attacco più letale avvenuto nel Paese negli ultimi 2 anni. Il bilancio delle vittime ammonta a 81 persone. L'alto numero di morti e feriti è stato provocato dall'esplosione di un'autobomba in un'area molto trafficata della città, che ha fatto andare a fuoco diversi veicoli e bruciato alcuni edifici nelle vicinanze.
Abiy Ahmed Ali è stato insignito del premio Nobel per la Pace. Aveva assicurato apertura, democratizzazione e riconciliazione. E le ha concretizzate con un governo congiunto, una donna come presidente, la pace dopo 20 anni di guerra con la vicina Eritrea - principale motivazione per il Nobel - la rimozione dei partiti di opposizione dall'elenco dei gruppi terroristici e la scarcerazione dei prigionieri politici e dei giornalisti.
Centinaia di migranti sono fuggiti da un centro di accoglienza nel sud del Paese e si sono imbarcati a bordo di un treno merci per tentare di raggiungere gli Stati Uniti, nel contesto degli sforzi messicani di arginare il fenomeno migratorio, sotto le pressioni dell'amministrazione Trump. La pericolosa mossa di salire a bordo del treno merci, ormai noto "La Bestia", fa seguito a un'evacuazione di massa di un folto gruppo di migranti da un centro di detenzione situato nella città di confine meridionale di Tapachula;.
In Italia, il 25 gennaio 2019, si accenderanno mille luci in cento piazze per ricordare la morte di Giulio Regeni. In Egitto, in questo gennaio 2019 non si legge nulla sull'anniversario della rivoluzione, dato che i mezzi d'informazione sono completamente imbavagliati. L'unica notizia è quella del sito del ministero dell'informazione che cita la lettera di congratulazioni del primo ministro Mustapha Madbouli al suo presidente Abdel Fattah al Sisi. Madbouli loda "il presidente in occasione dell'anniversario del 25 gennaio per gli ammirevoli sforzi indirizzati a realizzare le speranze e le aspirazioni del popolo egiziano".
Il giornalista Jamal Khashoggi, 60enne saudita, auto-esiliato negli Stati Uniti temendo l'arresto dopo aver criticato alcune decisioni del principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, è sparito il 2 ottobre 2015 dopo essere entrato nel consolato di Riad a Istanbul, in Turchia. Gli servivano dei documenti per poter sposare la sua fidanzata turca, Hatice Cengiz. Ecco tutte le tappe del caso diventato di rilevanza mondiale.
La Bulgaria , presidente semestrale di turno dell´Unione europea, alla vigilia dell´8 marzo , membro di Ue e Nato, non ratificherà la convenzione internazionale di Istanbul sulle misure contro la violenza domestica, misure intese per difendere donne e bambini contro ogni tipo di violenza domestica.
Violenze su larga scala etnicamente mirate si stanno verificando in Ituri, con uccisioni, incendi di case, saccheggi e massicci spostamenti della popolazione. Questa violenza copre la volontà nascosta di mettere i diversi gruppi etnici l'uno contro l'altro e sembrano destinati a svuotare queste aree dai loro abitanti per interessi sconosciuti
Non ci sono solo fiori, piante e animali a rischio di estinzione, ma anche popoli, culture, civiltà. Si tratta dei popoli indigeni o tribali, oltre 300 milioni di persone che abitano in 70 paesi nel mondo e rappresentano oltre 5.000 lingue e culture di tutti i continenti. Le comunità indigene di tutte le latitudini condividono anche identiche tradizioni di negazione del diritto di autodeterminazione, diritto alla propria terra e alle proprie risorse. In molte aree, i popoli indigeni sono minoranze etniche ma, anche laddove costituiscono la maggioranza della popolazione, come in Bolivia o nel Guatemala, sono comunque ridotti a minoranze di fatto.
Leggi fonteSecondo il Rapporto, nel 2017 sono stati assassinati almeno 312 difensori/e in 27 Paesi. Front Line Defenders ha registrato come la maggior parte di loro (67%) lavorasse per i diritti dei popoli indigeni e dell'ambiente, e come l'80% dei casi sia avvenuto in soli 4 paesi: Colombia, Brasile, Messico e Filippine. 170 difensori dei diritti umani e rivendicatori di terre sono stati uccisi in Colombia nel corso del 2017 in mezzo a un'impunità diffusa. Praticamente ogni due giorni un attivista sociale è caduto sotto i proiettili di sicari durante il 2017, principalmente nelle regioni di Cauca, Nariño e Antioquia
Sono passati esattamente due anni dal sequestro di Giulio Regeni, il ricercatore dell'Università di Cambridge, scomparso al Cairo il 25 gennaio 2016, nell'anniversario delle proteste di Piazza Tahrir, mentre portava avanti uno studio sui sindacati indipendenti. Il suo corpo, con evidenti segni di tortura, era stato ritrovato nove giorni più tardi, il 3 febbraio, a lato di una strada, nella periferia della capitale egiziana. Aveva 28 anni.
Nelle acque del Mediterraneo, la "frontiera" più letale del mondo, il triennio ha registrato un triste record di vittime nel 2016, 5.143, contro le 3.771 del 2015. Nel 2017 il dato è sceso a 3.119; ma rispetto al 2016 è aumentata, sia pure di poco, l'incidenza dei morti sul totale di coloro che si sono imbarcati: oggi perdono la vita nelle acque del Mare Nostrum (ma si tratta sempre di stime per difetto) quasi 2 persone ogni 100 partite, mentre nel 2016 il dato si era attestato su poco più di una su 100.
L'inferno quotidiano della gente nella provincia del Kasai, una delle 26 province della Repubblica Democratica del Congo, è fatto di centinaia le vittime provocati dai gruppi armati che attaccano la popolazione civile oppure che ingaggiano violenti scontri a fuoco con l'esercito di Kinshasa. Sono mercenari, cioè nulla di più lontano dalla figura del "ribelle" che si batte per qualche ideale.
Sono almeno 6.700 i Rohingya uccisi nel primo mese di repressione dell'esercito del Myanmar nello Stato del Rakhine. A denunciare questo drammatico bilancio è Medici Senza Frontiere (MSF), che parla di stime "prudenti". Il dato è la sintesi di una serie di intervista a 11.426 persone nei campi profughi in Bangladesh.
La situazione della "Sierra" della Tarahumara sta diventando una emergenza molto più grave di quello che si pensa, in quanto sono numerose le etnie presenti in questo luogo quasi abbandonato del dipartimento di Chihuahua. I 63.000 kmq di foresta e terreno accidentato accolgono decine di comunità e centri indigeni, dove la presenza dello Stato è quasi invisibile. Per questo aumenta la violenza dei Narcos che impongono la trasformazione delle coltivazioni e il reclutamento dei giovani per le bande criminali, fenomeni di fronte ai quali le famiglie preferiscono fuggire.
Un milione fra profughi e sfollati, 5mila vittime e decine di atrocità non raccontate. La guerra civile nella Repubblica Centrafricana dura da 5 anni ed è presentata come un conflitto religioso. Ma la religione non c'entra con la guerra.