PIZZICARMS

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LIBRO

Padre Mosè

Zerai Mussie , Carrisi Giuseppe

Giunti editore


zerai

Padre Mussie nel 1992, a soli 16 anni arriva in Italia come rifugiato. Dopo gli studi in teologia e filosofia e la sua ordinazione sacerdotale, viene mandato in Svizzera come pastore tra i migranti eritrei. Il suo impegno attuale per aiutare i migranti in difficoltà inizia nel 1995. Nel 2003 come interprete entra in una prigione libica. Lì per la prima volta entra in contatto con i rifugiati eritrei nel loro cammino verso l'Europa. Le storie dei suoi compatrioti non lo lasceranno in pace e sente come suo dovere prestare loro aiuto. Poco dopo la sua visita al carcere comincia a ricevere telefonate da rifugiati in pericolo in mare. Qualcuno infatti aveva inciso il suo numero di telefono in un muro della prigione con la nota "In caso di emergenza, chiamare questo numero". Nel 2006 padre Zerai fonda in Italia l'organizzazione umanitaria Agenzia Habeshia, il cui compito è, tra le altre cose, sostenere migranti e rifugiati nei loro rapporti con le autorità e in materia di integrazione. Padre Mussie, candidato al Premio Nobel per la Pace, e la sua organizzazione si sono attivati in iniziative di lobbying e di pubbliche relazioni, intervenendo in radio e in televisione, scrivendo a politici e organizzazioni umanitarie.La maggior parte dei profughi che arrivano in Italia proviene dall'Eritrea. Spesso sono solo in transito, alla ricerca di altre mete. Ha un passaporto da apolide, può andare ovunque tranne che in Eritrea. "Non c'è oggi un eritreo che non abbia avuto un lutto in famiglia. In un carcere del suo Paese o in mare per arrivare in Europa". Con un passaporto da apolide, può andare ovunque tranne che nel suo paese. Giuseppe Carrisi, giornalista Rai e co-autore del libro, racconta la storia di padre Zerai e spiega come le relazioni tra Africa e comunità internazionale siano molto più complesse di quello che si pensa. Dal neo-colonialismo dei vecchi padroni al nuovo ruolo, molto aggressivo, della Cina. Dal land grabbing alle scommesse delle multinazionali sul prezzo delle derrate alimentari, che paradossalmente porta a stipare il cibo nei silos anziché nutrire i popoli. Fino alle guerre, al traffico d'armi, al sostegno occidentale ai dittatori.E conclude: un migrante economico scappa dalla fame, un profugo dalla guerra. Entrambi vogliono evitare la morte, qual è la differenza?

Padre Mosè Nel viaggio della disperazione il suo numero di telefono è l'ultima speranza
Zerai Mussie , Carrisi Giuseppe
Giunti Editore
2018
pag. 224 pagine