Durata film 60 minuti
l film-documentario di Giuseppe Carrisi racconta il fenomeno del traffico di ragazze nigeriane dal loro Paese in Italia, a scopo di sfruttamento sessuale. Nel film, ambientato a Benin City (definita la "fabbrica italiana di prostitute"), in Niger, Libia e in diverse località italiane dove le ragazze finiscono sulla strada, si intrecciano realtà diverse: la povertà del Paese africano; la condizione della donna; il mondo dei trafficanti di esseri umani e delle "maman"; i riti voodoo Ed ancora: i viaggi di queste ragazze attraverso il deserto del Sahara, sulle stesse rotte dei migranti economici; i lager nelle osai del Niger, dove violenze e torture sono all'ordine del giorno, le carceri libiche; le traversate sui barconi fino a Lampedusa; le condizioni
di schiavitù in cui queste ragazze vivono una volta arrivate in Italia. Il film documentario è arricchito dalla testimonianza di Isoke Aikpitanyi, giovane donna nigeriana attratta in Italia, come tante altre, dal miraggio di una vita migliore, è rimasta vittima di una rete criminale italo-nigeriana che l'ha costretta a prostituirsi. A seguito della sua ribellione e fuga da una condizione di schiavitù , ha subito una brutale aggressione punitiva che l'ha ridotta in fin di vita. Oggi Isoke rappresenta l'esempio tangibile che è possibile, anche se non facile, uscire dalla tratta quando si trova il coraggio della denuncia da parte della vittima sia pure non supportata da un'opinione pubblica consapevole e solidale insieme a Claudio Magnabosco, un suo ex "cliente" italiano,
divenuto paladino della lotta allo sfruttamento sessuale delle donne
La discussione sul film verrà focalizzata su questi argomenti:
Consapevolezza sociale dello sfruttamento sessuale e rispetto delle identità
La storia di Isoke e Claudio
Il rito di Mami Wata
Le "maman" chi sono e loro ruolo
Riflessioni finali e chiarimenti su domande eventualmente poste.