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Tesi di laurea in Storia della Pedagogia:"War Child".


Una tesi di laurea sui bambini soldato. Un lavoro di ricerca e di approfondimento per raccontare il dramma degli oltre 250mila piccoli strappati alle loro famiglie da uomini senza scrupoli per essere impiegati in azioni di guerra. Secondo l'Unicef, infatti, è questo il numero dei bambini e degli adolescenti utilizzati, nei vari conflitti accesi per il mondo, da gruppi armati ribelli e da milizie governative nei combattimenti. «Ma la guerra, in molti Paesi dell'Africa, è anche la lotta per uscire dalla povertà. E' la guerra contro la mancanza di cibo, acqua, medicine, istruzione. Perché l'educazione, per un bambino nato in un ambiente di guerra o in condizioni di grande miseria, è fondamentale per sognare un futuro migliore, per essere avvicinati al rispetto delle regole e degli altri». Mugabe Akingo Alex viene da Mombasa, dal Kenya. Ha 25 anni e da cinque vive a Foggia. E' arrivato in Puglia con un carico di sogni: il suo e quello dei suo famigliari ed amici. E qualche giorno fa, quel sogno, è diventato realtà. Perché Alex è il primo cittadino kenyota a laurearsi all'Università degli Studi di Foggia. Iscritto al corso di Scienze della Formazione, Alex ha discusso una tesi di laurea in Storia della Pedagogia dal titolo inequivocabile: ""War Child". «Per scriverla – racconta emozionatissimo – mi sono ispirato alla storia personale di Emmanuel Jal, affermato musicista e rapper di fama internazionale, ma che da piccolo è stato un bambino soldato schiavizzato alla guerra e sottomesso con violenza. Con lui ho anche chattato qualche volta sui social network per farmi raccontare un po' della sua esperienza». Con la sua laurea in tasca (100 su 110), adesso Alex scommette sul suo nuovo sogno. «Mi piacerebbe tornare in Africa ed aprire una scuola per i bambini, perché noi africani ci lamentiamo sempre di come vanno le cose, ma il coraggio del cambiamento deve partire prima di tutto da noi. Ed è essenziale garantire ai piccoli una buona eduzione, una corretta istruzione e di crescere in un'ambiente sano».

Fonte: Emiliano Moccia (CorriereSociale) 17/12/2014