Un milione di persone che ogni anno muoiono infettate dalla malaria, quasi tutte in Africa. Un quarto di milione di bambini costretti a sparare e uccidere, invece che "combattere" dietro a un pallone. Due quadri della miseria del mondo, che chiedono al mondo attenzione e aiuto. A entrambi mons. Chullikatt ha dedicato la sua analisi e testimoniato la preoccupazione e l'impegno della Santa Sede per ridimensionare l'impatto di entrambi le piaghe. Parlando dei minorenni coinvolti in conflitti armati, l'osservatore vaticano ha intanto richiamato tutti gli Stati che non lo hanno ancora fatto "a promuovere la tutela giuridica dei bambini e degli adolescenti", ratificando o aderendo ai Protocolli opzionali della Convenzione sui diritti dell'infanzia, quelli che – approvati nel 2000 – riguardano oltre al coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati, la vendita di minori, la prostituzione e la pornografia infantile. Minacciati con la reclusione e la morte, o con la rappresaglia contro le loro famiglie, questi giovani, ha detto il presule, subiscono gravi violazioni. Di fronte a ciò, ha insistito, "gli Stati devono facilitare il necessario dialogo con le parti competenti in modo che questi crimini scioccanti cessino per sempre". Un elogio del rappresentante pontificio è andato alla Comunità di Sant'Egidio e a Caritas Internationalis, due delle numerose organizzazioni cattoliche che si spendono per salvare i bambini dai conflitti armati, e parole di apprezzamento sono state rivolte anche alla rappresentante Onu in materia, Radhika Coomaraswamy. Incoraggiando poi quei bambini e quei giovani "la cui innocenza e la dignità umana – ha detto – sono state ferite dalla crudeltà del mondo degli adulti", mons. Chullikatt ha esortato tutte le parti in causa a lavorare insieme "per assicurare l'amore, la cura e l'assistenza" a coloro che sono stati maltrattati e a "promuovere un mondo di speranza, dove questi bambini – ha affermato – possano perseguire i loro sogni e le aspirazioni di un futuro libero da violenza e spargimenti di sangue". Sempre giovedì scorso, prima della plenaria della 65.ma sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, dopo aver incoraggiato gli sforzi in corso per sradicare la povertà e promuovere la crescita e lo sviluppo sostenibile nei Paesi africani, l'osservatore vaticano ha espresso particolare gratitudine per la relazione sulla malaria e sui notevoli progressi conseguiti nel controllo della malattia nel corso dell'ultimo decennio. Tuttavia, ha osservato, è necessario incentivare l'assistenza alle donne in gravidanza, ai bambini non nati e ai giovani a rischio di contagio, nonché rendere accessibile il test diagnostico a coloro che sono affetti dal morbo, fornendolo "a prezzi accessibili, sicuri e, se necessario, anche gratuitamente". Di fronte al novanta per cento del milione di decessi annuali a causa della malaria che si verificano in Africa, quasi un terzo di tutti i casi diagnosticati, "la nostra attenzione – ha asserito mons. Chullikatt – deve rimanere concentrata sul trattamento, sulla prevenzione e la ricerca". Le risorse, ha concluso, devono continuare a essere assegnate alla ricerca per vaccini e medicine a che abbiano prezzi accessibili.