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Bambini soldato piaga aperta


A livello mondiale, sono una quindicina i paesi dove gli eserciti regolari e le guerriglie arruolano e fanno combattere i bambini. Lo afferma il segretario generale Onu in un Rapporto di metà maggio sui bambini nei conflitti, in cui elenca i responsabili di questi crimini. Per quanto riguarda l'Africa, lo dicono anche le recenti cronache di Sud Sudan e Centrafrica, riferendosi alle imprese dell'Esercito si resistenza del Signore (Lra), i ribelli dell'ugandese Joseph Kony. Nel rapporto, oltre ai paesi citati, risultano coinvolti anche Ciad, Repubblica democratica del Congo (Rdc) e Somalia. Il "reclutamento" avviene per lo più nelle scuole e i bambini, dopo un rapido addestramento sono stati utilizzati in combattimento. Nella Rdc, l'anno scorso, quasi 1.700 bambini soldato sono riusciti a scappare o sono stati liberati. Li avevano arruolati i guerriglieri delle Forze democratiche per la liberazione del Rwanda, dei gruppi Mai Mai, dell'Lra e lo steso esercito congolese. Nella Rdc si è comunque registrata una forte diminuzione dei casi di arruolamento, presumibilmente dovuta al processo di smobilitazione di alcune forze guerrigliere, avvenuto nel 2009. Contro questi bambini si esercitano anche violenze sessuali sia da parte della polizia e dell'esercito, sia da parte dei guerriglieri. Nella Rdc, 28 fra poliziotti e militari sono stati arrestati perché responsabili di sevizie sessuali contro i minori. Nel nord della Repubblica Centrafricana, l'Unione delle forze democratiche riunite (Ufdr) e la Convenzione dei patrioti per la giustizia e la pace (Cpjp) hanno continuato ad impiegare i minori. Inoltre, i ribelli dell'Esercito popolare per la restaurazione delle repubblica e della democrazia (Aprd), nonostante abbiano smobilitato centinaia di fanciulli, continuano ad utilizzarli; i suoi comandanti, nel negarne l'impiego, hanno dichiarato che sono i piccoli ad unirsi volontariamente ai militari per avere protezione e cibo. Nel paese si registrano anche rapimenti effettuati dal Lra, specialmente di ragazzine, utulizzate come schiave sessuali. Sempre in Centrafrica, l'insicurezza causata dalla presenza di gruppi armati ha comportato anche la sospensione dell'insegnamento scolastico. Nelle regioni orientali, numerose scuole sono state chiuse a causa delle incursione dell'Lra. Anche l'occupazione di villaggi da parte della Cpjp ha comportato il blocco, per alcuni periodi, delle attività scolastiche. Lra e la Cpjp si sono distinte nel saccheggio di centri sanitari nell'est e nel nord. In Somalia il reclutamento forzato dei fanciulli è sistematico, soprattutto da parte dei guerriglieri di Al Shabaab che avrebbero rapito duemila piccoli per inviarli sui campi di battaglia del sud del Paese, dopo aver seguito un periodo di addestramento. Lo stesso avviene per le femmine. Anche se il reclutamento delle bambine è considerato inaccettabile sul piano sociale, le ragazzine sarebbero utilizzate come cuoche, ma anche per trasportare detonatori e raccogliere informazioni. Nonostante in via ufficiale il governo di transizione somalo vieti il reclutamento dei piccoli, la situazione sul campo è ben diversa: anche nel 2010 il governo si trova nella lista di coloro che vi fanno ricorso. Le scuole sono il luogo privilegiato dalle milizie per il reclutamento e molte scuole sarebbero state chiuse perché gli alunni dovevano frequentare l'addestramento militare presso Al Shabaab. Fra gli sviluppi positivi, l'Onu segnala l'impegno assunto dal governo di transizione somalo di realizzare un piano d'azione per mandare a casa i piccoli coinvolti nella guerra. Tale impegno nasce anche dal fatto che lo stesso governo è stato inserito nella lista dei "cattivi" redatta da segretario Onu Ban Ki-Moon nel 2010. Naturalmente bisognerà verificare che si passi dalle parole ai fatti. In Sudan il numero dei casi accertati di reclutamento ed utilizzo dei piccoli è diminuito nel 2010 rispetto all'anno precedente. In ogni caso oltre cento bambini sono stati reclutati da una pluralità di gruppi armati, fra cui le forze armate sudanesi e la polizia. Anche nella regione del Darfur, dove è in corso, dal 2003, un conflitto con il governo centrale, il numero dei reclutamenti sarebbe diminuito. In un contesto così drammatico la comunità internazionale dovrebbe imporre sanzioni severissime contro governi e guerriglie che si macchiano di questi crimini. Purtroppo gli interessi in ballo sono notevoli: dal controllo delle risorse naturali al traffico delle armi... È necessaria, quindi la mobilitazione dal basso che imponga un deciso cambio di passo.

Fonte: Nigrizia - 12/06/2011

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