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La situazione politica attuale in Burundi e i bambini soldato


Lo Special Representative del Segretario Generale dell'ONU per i Bambini nei Conflitti Armati ha condotto una visita ufficiale in Burundi nel marzo 2007 allo scopo di verificare le condizioni di vita e l'osservanza da parte delle autorità del paese della risoluzione del Consiglio di Sicurezza 1612 del 2005. Radihka Coomaraswamy ha prestato particolare attenzione alla questione del coinvolgimento dei bambini nei gruppi armati, degli abusi sessuali e delle condizioni di detenzione di centinaia di bambini e già dai primi incontri con i rappresentati del governo si è dimostrata estremamente fiduciosa sulla riuscita del processo di recupero dei bambini vista la notevole disponibilità del governo ad adoperarsi per il rilascio e il reintegro garantendo il pieno sostegno alla comunità internazionale; ancora all'inizio del 2007 il numero dei bambini nelle mani delle Forces Nationales de Libération (FNL) era ancora superiore a 700. Lo Special Representative ha accolto positivamente l'adozione della norma del nuovo codice penale secondo cui il reclutamento dei bambini di età inferiore a 16 anni costituisce un crimine di guerra ma ha dichiarato che gli sforzi per contrastare l'impunità diffusa dei crimini ai danni dei bambini devono essere intensificati e le condizioni di detenzione dei bambini incarcerati per crimini correlati all'arruolamento devono rientrare tra le priorità del governo. La negoziazione degli accordi col governo del Burundi e con gli esponenti dell'FNL ( il gruppo Palipehutu di Agathon Rwasa) ha portato in pochi mesi al rilascio di 232 bambini ma si è dichiarata preoccupata per la sorte di altri 500 piccoli soldati ancora nelle mani dei gruppi dissidenti ed impegnati nei rinnovati scontri armati contro le truppe governative. Il completamento del piano di liberazione dei bambini nelle mani del gruppo di Agathon Rwasa si è avuto a maggio 2009 con il rilascio degli ultimi 340 minori e il successivo inizio del programma di reinserimento così come concordato già nel Comprehensive Ceasefire Agreement del settembre 2006 ; il programma di DDR, negoziato con la partecipazione dell'UNICEF e del BINUB (United Nation Integrated Office in Burundi), prevedeva una serie di misure volte a garantire il sostegno materiale delle famiglie di origine dei bambini beneficiari tra cui una somma di denaro mensile per l'acquisto di generi di prima necessità (circa 18 dollari USA al mese).

IL bilancio complessivamente positivo del piano di rilascio, smobilitazione e reinserimento dei bambini soldato in Burundi è stato confermato dall'apposito rapporto del Segretario Generale dell'ONU del 10 settembre 2009 in cui si dice che tutti i bambini associati ai gruppi armati per i quali era stato programmato il rilascio erano stati ricongiunti con le loro famiglie. Nello stesso documento il Segretario Generale riporta i recenti sviluppi sul fronte della lotta all'impunità e l'attivazione di numerosi processi ai danni di autori di gravi violazioni e abusi di cui i bambini sono stati vittime; su 43 casi monitorati 23 sono stati esaminati dinanzi alle corti nazionali. Il Tribunale de Grande Instance ha emesso già tre sentenze di condanna per casi correlati agli abusi ai danni di minori e molti altri casi attendono giudizio. Un tribunale militare, il Conseil de Guerre di Bujumbara, ha condannato a dieci anni di carcere un soldato per l'omicidio di un bambino di 11 anni nel luglio del 2008 e la stessa pena è stata comminata ad un altro soldato per lo stupro di una ragazzina di 13 anni. In Burundi le misure statali e internazionali riconducibili ai programmi di DDR sono state coordinate ed implementate grazie alla creazione di organi ad hoc quali il Technical Coordination Team per il DDR, istituito dalla National Commission for DDR e finanziato prevalentemente dalla Banca Mondiale. Nel corso del 2009 il piano del Team è stato aggiornato per rispondere adeguatamente alle necessità del reinserimento di lungo periodo di centinaia di bambini smobilitati e sottoposto al vaglio della Banca Mondiale per la concessione dei fondi e la proroga da 12 a 18 mesi.

Fonte: www.peacelink.it - 08/04/2010

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