Papa Francesco ha espresso il suo "sgomento" per i bambini soldati nella Repubblica Democratica del Congo, in un passaggio del discorso consegnato ai vescovi del paese africano ricevuti oggi in Vaticano in occasione della loro visita "ad limina apostolorum". Un discorso che ruota attorno a tre questioni chiave: pace, famiglia, giovani. La Chiesa della Repubblica democratica del Congo "è una Chiesa di giovani. I bambini e gli adolescenti, in particolare, hanno bisogno della forza di Dio per resistere alle molte tentazioni nate dalla precarietà della loro vita, dall'impossibilità di proseguire gli studi o di trovare lavoro", si legge nel discorso. "Sono sensibile alla loro situazione difficile, e so che voi condividete le loro sofferenze, le loro gioie e le loro attese. In particolare – prosegue Bergoglio – penso con sgomento a quei bambini e a quei giovani, costretti ad arruolarsi nelle milizie e obbligati ad uccidere i propri compatrioti. Vi incoraggio dunque a approfondire la pastorale dei giovani. Offrendo loro tutto l'aiuto possibile, soprattutto attraverso la creazione di spazi di formazione umana, spirituale e professionale". Come è sua consuetudine, Papa Francesco ha consegnato a mano il discorso preparato, ed ha preferito dedicare l'udienza per un colloquio riservato a braccio. "Una caratteristica maggiore della Chiesa nel vostro paese – afferma nel discorso scritto – è che si trova in piena crescita. E' così bello constatare che delle comunità cristiane si sviluppino! Ma sapete che l'essenziale, per la Chiesa, non è principalmente una questione di numeri ma una adesione totale e senza riserve a Dio rivelato in Gesù Cristo. La qualità della fede in Cristo morto e risuscitato – prosegue il Papa – la comunione intima con lui è alla base della solidità della Chiesa. Di conseguenza è di importanza vitale evangelizzare in profondità". Nel testo, il Pontefice argentino affronta molti temi della Repubblica Democratica del Congo. "Il mezzo più efficace per vincere la violenza, la disuguaglianza e le divisioni etniche consiste nell'offrire ai giovani uno spirito critico e a proporgli un percorso di maturazione nei valori evangelici", afferma Bergoglio. Che invita poi i presuli congolesi a lavorare "senza sosta per la realizzazione di una pace giusta e duratura, attraverso una pastorale del dialogo e della riconciliazione tra i diversi settori della società". E questo, "sostenendo il processo di disarmo e promuovendo una efficace collaborazione con le altre confessioni religiose". In vista di "appuntamenti politici importanti" (sono probabili elezioni nel 2016), è "necessario – sottolinea il Papa – che la Chiesa dia il suo contributo, evitando di sostituirsi alle istituzioni politiche". E avverte che i "pastori devono guardarsi dal prendere il posto" dei laici che hanno "la missione di testimoniare Cristo e il Vangelo in politica e in ogni altro ambito della loro attività". Papa Francesco invita inoltre i presuli ad essere vicini alle famiglie. Di fronte alla "disgregazione familiare provocata, in particolare, dalla guerra e la povertà – si legge nel testo del discorso – è indispensabile valorizzare e incoraggiare tutte le iniziative destinate a consolidare la famiglia, fonte di ogni fraternità, fondamento e via primaria della pace". Il Papa incoraggia il lavoro dei missionari, dei religiosi e di quanti sono "al servizio dei feriti della vita, delle vittime della violenza". E pensa in modo speciale "ai rifugiati interni e a quelli, numerosi, che provengono dai Paesi vicini". Jorge Mario Bergoglio non manca di auspicare che i vescovi continuino a operare "per sensibilizzare le autorità pubbliche in vista di finalizzare i negoziati per la firma di un accordo con la Santa Sede".